2012: forse i Maia avevano previsto la fine dell’Italia, non
del Mondo.
Gli indizi per questa interpretazione della profezia Maia ci
sono tutti.
Ai disastri che la Natura violata ci riserva con regolarita’
e tempismo e che distruggono il nostro territorio si aggiungono gli interventi
del governo, cosi’ detto, “tecnico” che distruggono la liberta’, il libero
arbitrio, la voglia di fare, quindi di vivere, e la ricchezza delle persone,
trasformate in sudditi riverenti, in robot telecomandati.
Questi ad oggi gli indizi, in attesa del resto.
C’era una volta un Paese con un sistema democratico che
prevedeva la figura del Presidente della Repubblica, buon padre di famiglia
dedito a dirimere le controversie che inevitabilmente si generano nell’ambito
della stessa ed a richiamare al buon senso ed alla concordia.
Un bel giorno, ascoltate bene figli miei, quel Presidente
decise che no, quel semplice bensi’ sacro compito non bastava piu’ e che la
situazione imponeva ben altro, perbacco, decise di diventare Re, Re Giorgio.
Svegliatosi di buon mattino, fece due o tre telefonate e
nomino’ Messer Monti senatore a vita.
Re Giorgio era contento, aveva fatto una cosa buona e giusta
e tanti sudditi plaudivano ma non era ancora felice, sentiva di dover fare di
piu’ per il suo popolo.
La notte dormi’ sonni interrotti dalla propria coscienza che
lo incitava a non fermarsi e da telefonate che lo incitavano ad andare oltre.
Re Giorgio si sveglio’ di nuovo di buon mattino, convoco’ a
palazzo i vecchi dignitari, “esonerandi”, e li esonero’. Sentiva di aver fatto
una cosa buona e giusta ma non era ancora del tutto felice..
Conovoco’ allora rapidi colloqui con alcuni eletti dai
sudditi ed altri prediletti, fece alcune telefonate, si chiuse, solo, a palazzo
e decreto’: Messer Monti e’ plenipotenziario, ministro dei ministri, mio alter
ego, la linea politica gli e’ stata esplicitata ed e’ consona e conforme al di
lui vissuto.
Nei giorni seguenti i banditori annunziarono l’evento in
tutte le contrade suscitando osanna di giubilo e ringraziamento in ogni dove; i
maggiorenti di ogni luogo, riuniti in chiese, basiliche e sinedri esultarono
perche’ le loro richieste, di nuove ulteriori tasse onde garantire a Re Giorgio
maggiori introiti e la possibilita’ di decidere come ridistribuirli e di piu’
regole volte a rendere gli altri sudditi uguali l’un l’altro, piu’ uguali di
prima, piu’ uguali che mai, erano al fine una concreta prospettiva.
In quei giorni anche messer Monti, rientrato di fretta dalle
nordiche lande dell’Impero, fece alcune telefonate ed invio’ lettere, alcune ad
indirizzi sbagliati ma , ovvia, un erroruccio lo si perdona a tutti e ad un bel
momento ecco, come per magia, apparire il nuovo sinedrio con i nuovi scribi ivi
insediati.
Re Giorgio fu molto contento di questo fatto, lo approvo’
immediatamente apponendo il proprio sigillo e penso’: ho fatto una cosa buona e
giusta, ora posso finalmente mettere a posto il Paese, rendere i sudditi tutti
uguali, livellando verso il basso la loro ricchezza e la loro autonomia di
pensiero e di comportamento, tutti uguali quindi non solo di fronte alla legge
ma anche nei percorsi di vita. Uguale e’ bello.
Capite, figli miei, voleva farla finita con quei cattivoni
che dedicando se stessi allo studio ed al lavoro, investendo i propri capitali,
dedicando i giorni e le notti alla propria impresa hanno creato industrie,
fabbriche ed uffici ove costringono la gente a lavorare per loro per potersi
comprare le Ferrari e le barche. Oltre tutto questi cattivoni sono anche
insofferenti del fatto di avere lo Stato come socio occulto, non investitore e
non lavoratore ad oltre il 50%.
Re Giorgio, ormai infervorato dalla bonta’ del suo progetto
continuo’ a pensare: liberero’ il popolo dall’assillo di studiare, di pensare,
di creare, di programmare, di investire e lavorare per il proprio futuro e per
migliorare il proprio livello culturale e materiale; carichero’ su di me ed i
miei fedeli questi pesanti fardelli, ci faremo carico di decidere su tutto, di
risolvere tutti i problemi e di programmare e pianificare la vita dei nostri
amati sudditi.
Vi devo dire, cari figli miei, che in quel tempo il Paese
era afflitto da gravi problemi economici e finanziari, dico il Paese, non tanto
i suoi sudditi in generale bensi’ l’apparato statale che non riusciva piu’ a
far fronte alle proprie faraoniche spese ed ai debiti accumulati in passato.
Re Giorgio era buono, conosceva questi problemi del Paese e
voleva risolverli, per questo decise di prendere piu’ soldi dai sudditi per
finanziare le faraoniche spese e cosi’ garantire ed aumentare i diritti senza
modificare i doveri; pensate, aveva cosi’ a cuore anche la salute fisica del
suo popolo che suggeri’ a Messer Monti di fare perfino qualcosa per ridurre
l’uso dei cibi grassi quali formaggi, salumi e salsicce varie e delle bevande
alcoliche quali il vino, tutti alimenti dei quali il nostro Paese e’ grande
produttore.
Il solerte Messer Monti preparo’ il pacchetto degli
interventi necessari che vennero immediatamente approvati dai sinedri e dalle
chiese e divulgati dai banditori.
Re Giorgio era ora veramente soddisfatto, conscio di avere
re-inventato la macchina perfetta, da sempre il suo sogno, costituita da pochi
che decidono, pianificano, prelevano e spendono il denaro ed il popolo che
sopravvive senza dover pensare.
La sera del 31 Dicembre penso’ di fare cosa gradita al
popolo annunciando il suo giubilo in televisione.
Dopo la manovra “Salva Italia” il popolo indosso’ i caschi e
si mise in attesa di quella “Cresci Italia”.
E vissero tutti infelici e scontenti.
1 commento:
Sono d'accordo con Lei. il problema è che l'immobilismo dei vecchi dignitari è stato causa della svolta antidemocratica che stiamo vivendo. Dopodichè osservo che stiamo andando sempre più verso una società che non mi piace, dove vale solo la competizione e non la solidarietà e l'attenzione verso il prossimo. Tuttavia so di essere solo un illuso
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